Quasi una favola
Raccontiamo una favola a quei ragazzini
che d’Agosto si riuniscono sul peso,
a quelli che hanno nomi moderni
ma son nipoti di gente del luogo.
Vecchi dai nomi familiari
erano soliti, un tempo, sedere su quella panca
e anche il pittore venuto da Torino
lì amava riposare.
Raccontiamo a questi figli dei “fast food”
[che mangiavamo tagliatelle
polenta, ceci, minestrone col riso
a Natale un po’ di brodo col cappone
a Santo Stefano i salamini con i crauti.
Raccontiamo della festa che si faceva agli agnolotti
che galleggiavano in una scodella di buon vino
che si gustavano senza fretta
a Capodanno, a Carnevale e a San Martino.
A quel tempo non usavano i motorini
nessuno aveva soldi da investire in banca
si squarciava la neve con gli zoccoli
si andava a Rivalta soltanto con la vecchia
[corriera di Badino.
Nessuno comprava la radio
non erano di moda le previsioni del tempo
e se cambiava tempo o stagione
lo predicevano soltanto i calli dolenti.